La Strada Celeste by Xinran
autore:Xinran [Xinran]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: con la sua cultura, un brillante medico fiducioso nella rivoluzione, a distanza di oltre trent'anni, facendole scoprire una nuova vita e un mondo ancora misterioso, la moglie partì per un viaggio che la portò a vagare per decenni nelle regioni più remote del Tibet all'ostinata ricerca dell'amatissimo marito, secondo un antico rito tibetano. L'autrice di questo libro, incontra per caso Wen, le sue tradizioni, allora giovanissima, ma quando, erano sposati da poco quando lui dovette partire per il Tibet con l'esercito di liberazione. Non vedendolo tornare e sapendolo disperso, la sua gente..., la donna le svela la verità. Wen e Kejun, ricorda l'orrore che la storia le suscitò, Nei primi anni Sessanta un'atroce vicenda scosse la Cina: il cadavere di un medico venne fatto a pezzi e dato in pasto agli avvoltoi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00
Gli uomini rientrarono nella tenda dopo quella che sembrò un'eternità e
ascoltarono il racconto dei bambini. Wen li implorò a gesti di spiegarle che cosa fosse
successo. Fu Ge'er il più chiaro, com'era già accaduto altre volte in passato. Prese la
tavola che veniva solitamente usata per la concia delle pelli, vi versò sopra un velo di
farina d'orzo e vi schizzò delle figure con un dito. Erano immagini grossolane, ma
efficaci quanto bastava, e mostravano alcuni uomini a cavallo che, dopo aver
incappucciato Zhuoma, l'avevano rapita. Non appena si fu ripresa dallo choc, Wen
chiese faticosamente a Ni se avesse visto ancora qualcosa. La ragazzina, in tutta
risposta, si tirò giù una manica del vestito scoprendo la spalla opposta, sulla quale
erano ben visibili parecchi lunghi graffi. Subito dopo il piccolo Hum prese la mano di
Wen e se la posò sulla testa, proprio nel punto in cui c'era un grosso bitorzolo.
Lei comprese che dovevano aver lottato disperatamente contro chiunque avesse
rapito l'amica, ma non riusciva ancora a capire chi avrebbe potuto compiere un simile
gesto. Era una cosa inconcepibile, a meno che non si trattasse di nemici di Zhuoma, a
lei sconosciuti, oppure di cinesi.
Wen non si dava pace e, nel tentativo di saperne di più, continuò per tutto il giorno
a interrogare i ragazzi con il linguaggio dei gesti: mostrava oggetti, faceva schizzi.
Apparentemente quegli uomini li avevano sorpresi sulla via del ritorno con gli otri
pieni d'acqua, avevano preso Zhuoma al laccio come si fa con i cavalli e l'avevano
infilata in un grande sacco, del tipo di quelli che si usano per trasportare le offerte al
tempio. Doveva trattarsi di tibetani perché i bambini erano riusciti a capire le loro
parole e probabilmente due di loro erano i falsi viandanti che il giorno precedente
avevano fatto visita alla loro tenda. Poi Ni le comunicò a gesti che Zhuoma aveva
lottato disperatamente fino in fondo, dibattendosi anche quando era stata gettata di
traverso sulla groppa di un cavallo. A Wen venne in mente lo strano comportamento
che Pad aveva tenuto quella mattina dopo il rapimento e pensò che forse poteva aver
avuto qualche percezione extrasensoriale in merito. Cercò allora di chiederle se
conoscesse il luogo in cui era stata portata Zhuoma, ma in tutta risposta la bambina
scosse il capo e indicò con un dito la propria bocca. Il significato di quel gesto le
restava completamente oscuro.
Nei giorni che seguirono Gela e Ge'er trascorsero diverse ore a cavallo
perlustrando i dintorni, nel tentativo di scoprire qualche indizio del passaggio di
Zhuoma e dei suoi rapitori, i quali tuttavia sembravano essersi volatilizzati nel nulla.
Ogni sera i due fratelli tornavano sempre più stanchi e scoraggiati. Quelle rare volte
in cui Wen riusciva a incrociarne lo sguardo, intuiva che non nutrivano più nessuna
speranza di ritrovare la donna e vi leggeva la pena che provavano per lei, rimasta
ormai completamente sola e per giunta incapace di comunicare.
Per Wen quel periodo di fine estate rappresentò uno dei momenti più brutti della
sua vita. Di notte piangeva per la sorte dell'amica, il cui giaciglio accanto al suo
rimaneva vuoto, e ricordava la sua intelligenza e il suo coraggio; di giorno cercava di
cavarsela come meglio poteva senza quella interprete preziosa.
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